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IL FEUDATARIO 77

Beatrice. Vado, per esserci anch’io presente.

Rosaura. Signora, vi seguirò...

Beatrice. Restate coi vostri protettori. Voi non avete bisogno di me; io non mi curo di voi. (La mortifico con dolore, ma ciò è necessario per atterrirla). (da sè, parte)

Pantalone. M’inchino umilmente alla magnifica Comunità. (parte)

SCENA XIII.

Rosaura, Nardo, Cecco e Margone.

Rosaura. (Misera! Che farò?) (da sè)

Nardo. Avete udito? Il cancelliere ed il notaro.

Marcone. Avete inteso? La corte.

Cecco. Non importa. Andiamo dal cancelliere, andiamo dal notaro. Venite con noi. (a Rosaura)

Nardo. Sì, venite. Vi faremo conoscere, diremo le vostre ragioni, e il possesso non si darà.

Margone. Giacchè ci siamo, andiamo.

Cecco. Via, non vi fate pregare.

Rosaura. Precedetemi, che io verrò.

Nardo. Andiamo subito. Viva la nostra nobile ed antica Comunità. (parte)

Cecco. Viva Rosaura. (parte)

Margone. Viva la nostra vera, legittima Marchesina. (parte)

SCENA XIV1.

Rosaura sola.

Oimè, che punto è questo? Che risolvo? Che fo?2 No, non fia mai vero, che a tal prezzo compri la mia fortuna. Son nata nobile, e per conservarmi tale, non basta che mi procuri un

  1. È unita alla scena preced. nelle edd. Bett., Pap. ecc.
  2. Segue nelle edd. Bett. e Pap.: Arrischio la mia fortuna col favore di questo popolo? Ah no! Mi mostro ingrata alle generose offerte della Marchesa; ma s’ella ora mi scaccia, se dichiarasi meco irritata, che posso da lei sperare? Corrasi dunque... No, non fia mai vero ecc.