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IL FEUDATARIO 65

Beatrice. Sposatevi al Marchesino mio figlio.

Rosaura. Non ho cuor di resistere. Troppi sono gli obblighi miei verso il generoso amor vostro. Disponete del mio cuore, della mia mano, di me medesima. Amorosissima madre, ecco a’ vostri piedi l’umile vostra figlia.

Beatrice. Sì, cara, sarete la mia delizia, la mia unica, la mia perfetta consolazione.

Rosaura. Ma oh Dio! chi mi assicura che il marchesino Florindo alle mie nozze acconsenta?

Beatrice. Vi amerà, perchè siete amabile; vi sposerà, perchè siete nobile; apprezzerà la riguardevole dote; ascolterà i miei consigli; rispetterà il mio comando.

Rosaura. Deh! non fate che l’ambizione o l’interesse sieno i pronubi delle mie nozze. Se amore a me non l’unisce, pensiamo ad altro. Trovisi un espediente più onesto...

Beatrice. No, Rosaura, altro mezzo non trovo per render voi contenta, senza tradire il mio medesimo sangue.

Rosaura. Nè io posso rendermi sconoscente alla vostra bontà. Disponete di me a piacer vostro, e voglia il cielo che il cuore del figlio imiti la virtù della madre. (parte)

SCENA II.1

La Marchesa Beatrice, Pantalone, poi il Servitore.

Pantalone. Servitor umilissimo de Vostra Eccellenza.

Beatrice. Dov’è il Marchesino?

Pantalone. Eccellenza, mi no so cossa dir. El xe dove che lo porta la so allegria, la so zoventù, el so capriccio.

Beatrice. Non l’avete voi ritrovato?

Pantalone. Eccellenza sì, l’ho trovà da Giannina.

Beatrice. Gli avete detto che io lo cercava?

Pantalone. Ghe l’ho dito seguro.

Beatrice. Non tarderà a venire.

  1. Questa scena, com’è nelle edd. Bett. e Pap., vedasi in Appendice.