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56 | ATTO SECONDO |
SCENA XV.
Campagna con collina e casa laterale.
Cecco alla caccia coll’archibugio.
Non so se sia venuto il signor Marchese1 a prender possesso del paese, o delle donne. Si è subito cacciato in casa di Giannina, e là con Olivetta cantano, scialano, e se la godono. Messer Nardo e messer Mengone qui non ci sono, non sanno niente, ma quando verranno, li avviserò io. Se il signor Marchese averà ardire d’andare da Ghitta mia moglie, l’avrà a discorrer con me.2 Eccolo, voglio ritirarmi. (si ritira)
SCENA XVI.
Florindo, Pantalone3 e detto nascosto.
Florindo. Come ci entrate voi? Voglio andare dove mi pare e piace. (a Pantalone)
Pantalone. So siora mare l’aspetta.
Florindo. Ditele che non m’avete trovato.
Pantalone. Ghe dirò quel che la comanda.4
Florindo. Ditemi, sapete voi dove sia la casa di Ghitta?
Pantalone. Cossa vorla da Ghitta?
Florindo. Voglio andarla a ritrovare.
Pantalone. E a mi la me domanda dove la sta?
Florindo. Sì, a voi. Vi domando una gran cosa?
Pantalone. La me perdona, sior Marchese, la m’ha in t’un bon concetto.
- ↑ Bett. e Pap.: Il signor Marchese non so se sia venuto ecc.
- ↑ Bett. e Pap. aggiungono
- Con questa schioppetta ne ho fatte delle altre. Eccolo ecc.
- ↑ Bett. e Pap. aggiungono: Arlecchino.
- ↑ Segue nelle edd. Bett., Pap. ecc.: «E vu, sier tocco de furbazzo, la siora Marchese ve vol regalar. Arl. Vago subito. Flor. Dove vai? Arl. A tor el regalo della siora Marchesa. Flor. Se ci vai, ti fa bastonare. Arl. Donca sì tutti generosi a un modo. Schiavo suo. Flor. Dove corri? Arl. A custodir le mie pegore. Quelle povere bestie no le me dona gnente, ma almanco no le comanda. Vu volì comandar e no volì donar. Sì pezo delle bestie, parte. Flor. Costui è un gran temerario. Pant. A sta sorte de zente, Eccellenza, no se dà confidenza. Flor. Ditemi, sapete voi ecc.».