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50 ATTO SECONDO

Florindo. Sei bergamasco, e sei venuto in questo paese?

Arlecchino. Zelenza sì. Dei bergamaschi ghe n’è da per tutto.

Florindo. Quanto tempo è che sei qui?1

Arlecchino. Che son qua, sarà un quarto d’ora in circa.

Florindo. Sciocco!2 Non dico in questa camera, dico in questo paese.

Arlecchino. Sarà dopo che son vegnudo.

Florindo. Ho capito, e che cosa fai in Montefosco?

Arlecchino. El mestier che la fa anca ela.

Florindo. Come? Che mestiere faccio io?

Arlecchino. Magnar, bever, e no far gnente.

Florindo. Tu mangi, e bevi, e non fai nulla?

Arlecchino. Zelenza sì. Vago a spasso co le pegore, e no fazzo gnente.3

Florindo. (Costui è il più bel buffone del mondo). (da sè)

Arlecchino. Ma la diga, Zelenza4. Èla una finezza far star qua incomodadi sti poveri omeni?

Florindo. Che ti venga la rabbia. Dovevi a dirittura condurli dal maestro di casa. Era necessario che io vedessi questi esquisiti regali?5 Andate dal maestro di casa; egli vi regalerà. (partono gli uomini coi regali)

Arlecchino. El regalerà? Aspettè, vegno anca mi.

SCENA X6.

Florindo e Arlecchino.

Florindo. Dove vai?

Arlecchino. A reverir el maestro de casa.

Florindo. Che cosa vuoi tu dal maestro di casa?

  1. Mancano queste parole nelle edd. Pasquali, Zatta ecc.
  2. Bett. e Pap.: Asinaccio!
  3. Segue nelle edd. Bett., Pap. ecc.: «Flor. Sei guardiano di pecore? Arl. Per servirla, per obbedirla; anzi son vegnudo a pregarla d’una grazia. Fior. Cosa vorresti? Arl. Per star seguro in casa, se la volesse uno che ghe fasse la guardia, son qua mi. Fior. Temerario! Tu mi tratti da pecora? Arl. Oh, Eccellenza no, so el mio dover. So destinguer el maschio da la femmena. Fior. Costui è ecc.».
  4. Bett. e Pap.: caro sior.
  5. Segue nelle edd. Bett. e Pap.: «Arl. Sicchè donca, per dirla senza cerimonie, a chi ghe manda sta roba, la ghe n’indorme. Fior. Andate ecc.».
  6. È unita nell’ed. Bett. alla scena precedente.