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IL FEUDATARIO 43

Giannina1. (Che cosa2 è questa?) (a Ghitta)

Ghitta. (Cioccolata).

Giannina. (Così nera? Ehi! cioccolata nera!) (ad Olivetta)

Olivetta. (Io non ne ho più bevuto), (il servitore ne dà una a tutte3)

Ghitta. Alla prosperità di Vostra Eccellenza. (se l’accosta alla bocca, sente che scotta, e la ritira) (Ehi! scotta). (a Giannina, e ne va bevendo)

Giannina. (Scotta, non la voglio). (ad Olivetta)

Olivetta. (Nemmen io).

Giannina. Chi è di là? (chiama il servitore, e gli dà la chicchera)

Olivetta. Chi è di là? (fa lo stesso)

Ghitta. (Non posso più). Tenete, chi è di là? (come l’altre)

Beatrice. Che? Non vi piace?

Ghitta. Eccellenza, non ho più sete.

Beatrice. (In verità è da ridere. Vedo Rosaura in quella camera). (da sè) Ehi! Di ’alla signora Rosaura che venga qui. (al servitore)

Ghitta. (Avete sentito? Ha fatto chiamare Rosaura). (a Giannina)

Giannina. (Stiamo al nostro posto).

Ghitta. (La sarebbe bella! Siamo del basso rango).

Giannina. (Se vien Rosaura, non vi movete). (ad Olivetta)

Olivetta. (Oh! non dubitate).

SCENA VI.

Rosaura, dette, poi il Servitore.

Rosaura. Che mi comanda Vostra Eccellenza?

Beatrice. Venite qui, cara Rosaura, ho piacere d’avervi in compagnia.

Rosaura. Mi fa troppo onore, Eccellenza. (con riverenza)
(Le tre donne fra di loro la burlano.)

Beatrice. (Ehi! con queste donne è una commedia).

  1. Sc. VIII nell’ed. Bett.
  2. Bett. e Pap.: Che roba.
  3. Bett.: il servo dà ad ognuna la sua tazza.