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LA FIGLIA OBBEDIENTE 509

Ottavio. Avete letto?

Pantalone. Ho letto.

Ottavio. E bene?

Pantalone. Ela xe in libertà, e Rosaura sposerà sior Fiorindo.

Ottavio. Non occorr’altro. Vado a Roma; schiavo.

Olivetta. Caro signor Conte, mi avete voi favorito?

Ottavio. Zitto.

Brighella. Ghe saremo obbligadi...

Ottavio. Zitto. L’ho fatto, perchè hanno rubato, essendo costei in camera mia. Son cavaliere. Son galantuomo.

Olivetta. Ed io...

Ottavio. Siete... una superba1.

Brighella. Ma come?

Ottavio. E voi un birbante2. (parte

Brighella. Oh, che caro sior Conte! Sempre el gh’ha in bocca delle barzellette.

Beatrice. Presto; avanti che torni, datevi la mano.

Florindo. Sì, cara, eccola. (si danno la mano

Beatrice. Bravi, bravi.3

Brighella. Se le comanda, co le fa el disnar, co le fa l’invido, che impresteremo la nostra arzentaria.

Olivetta. Andiamo; sono stanca; sempre in piedi? In questa casa non ci vengo mai più.

Beatrice. Signora Olivetta, potete ringraziare il conte Ottavio.

Florindo. Uomo veramente stravagantissimo.

Pantalone. Tanto stravagante lu, quanto ubbidiente mia fia.

Rosaura. Ecco, signori miei, l’effetto della4 obbedienza. Ho conseguito dal cielo per mezzo di questa quel bene che per

  1. Pap.: una ingrata.
  2. Pap. «Ott. Siete... un asino».
  3. Pap. aggiunge: «voglio la senseria. Ros. Io vi darò la senseria: sentite. le parla all’orecchio. (In casa mia mi farete piacere, se non ci verrete mai più. Siete finta, siete pericolosa). Beatr. Eh ragazzate! Ros. (Non la pratico più assolutamente). Brigh. Se le comanda ecc.».
  4. Pap. aggiunge: mia.