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IL FEUDATARIO | 41 |
Beatrice. Voi andate. Questa visita viene a me. (a Florindo)
Florindo. Non occorr’altro. (Esse fanno la visita a mia madre, ed io una alla volta anderò a visitarle tutte). (da sè, parte)
SCENA V.
La Marchesa Beatrice, Giannina, Ghitta, Olivetta; poi un Servitore.
Ghitta. (Ora sono un poco imbrogliata). (da sè)
Olivetta. (La madre è più sostenuta del figlio). (da sè)
Giannina. (Perchè siamo donne; se fossimo uomini, chi sa?) (da sè)
Beatrice. (Mio figlio non vuole usar prudenza). (da sè)
Ghitta. Eccellenza...
Beatrice. Chi è di la?
Servitore. (Fa riverenza.)
Beatrice. Da sedere. (il servitore distribuisce quattro sedie; parte, e poi torna) Sedete, (seggono) Vi siete incomodate a favorirmi.
Ghitta. Per obbedire Vostra Eccellenza.
Giannina. Ai comandi di Vostra Eccellenza.
Olivetta. Serva umilissima di Vostra Eccellenza.
Beatrice. Siete fanciulle, o maritate?
Ghitta. Maritate, per obbedire Vostra Eccellenza.
Giannina. Ai comandi di Vostra Eccellenza.
Olivetta. Serva umilissima di Vostra Eccellenza.
Beatrice. Sono qui i vostri mariti?
Giannina. Io sono la moglie del semplicista, ed è in montagna a raccoglier l’erbe.
Olivetta. Il mio è il chirurgo, ed è andato a Napoli a cavar sangue a un cavallo.
Ghitta. Il mio è qui, e fa il cacciatore.
Beatrice. Ma compatitemi;1 voi sarete del basso rango.
Ghitta. Eccellenza sì. (con vanità)
Giannina. (Che cosa vuol dir del basso rango?) (a Ghitta)
- ↑ Segue nelle edd. Bett. e Pap.: a Montefosco non vi è di meglio? Voi sarete ecc.