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478 | ATTO SECONDO |
Brighella. Eli questi i numeri? (ne spiega alcuni, trova il numero quattro, e lo nasconde con arte) (Questo l’è el numero quattro, el numero de mia fia. Se posso, voi cuccar1 anca la corniola). (da sè)
SCENA XXI.
Tonino e detti.
Tonino. Cosa comandela? (a Pantalone
Pantalone. Senti, cossa dise sior Conte.
Ottavio. Cavate un viglietto qui, uno qui; uno qui, uno qui; uno qui, uno qui.
Tonino. Ho inteso.
Brighella. Vegnì qua: ve insegnerò mi. (Co vien la grazia, tirè fora questo. Scondèlo: ve darò un ducato). (piano a Tonino
Tonino. (Ho inteso). (va a cavare
Beatrice. (Vorrei che toccasse a me). (da sè
Pantalone. Rosaura, ancuo per vu se cava do lotti. Uno ve tocca seguro.
Rosaura. E quale, signore?
Pantalone. Velo là: sior Ottavio.
Ottavio. Bravo suocero.
Tonino. (Cava un viglietto.
Ottavio. Leggete. (a Tonino
Tonino. (Legge.
Metto per forza, e mai mi tocca grazia.
Getto il denaro, e niuno mi ringrazia.
Beatrice. Oh bello! Che numero è?
Tonino. Numero due.
Beatrice. Maledetto! Il mio, date qui. (si fa dare il viglietto da Tonino
Olivetta. Chi ha scritto questa bella cosa?
Ottavio. Zitto. Cavate. (a Tonino
Tonino. (Cava e legge.
Con buona grazia di vossignoria,
I lotti sono una birbanteria.
- ↑ Guadagnare con artifizio. [nota originale]