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474 | ATTO SECONDO |
Beatrice. Se voleste, vi sarebbe ora un’occasione bellissima.
Olivetta. Chi sa! Per farmi vedere, forse forse1 ballerei.
Brighella. Se fa opera?
Beatrice. Sì, vi è un’opera buffa; se volete, parlerò all’impresario.
Brighella. Oe! Un’opera buffa! (ad Olivetta, ridendo
Olivetta. Oh! signora mia, non mi avvilisco tanto.
Brighella. Un’opera buffa! Oh via!2 Semo vegnui in Italia a acquistar qualcossa.
Beatrice. Ma in oggi nelle opere buffe ballano i primi soggetti.
Brighella. Una donna de sta sorte, che ha fatto la prima figura su tutti i teatri regi, imperiali, ducali e monarcali? (tutti ridono
Olivetta. (Povera gente!)3 (da sè
Rosaura. (Se avessi voglia di ridere, costoro mi farebbero smascellare). (da sè
Beatrice. (Che dite? Quanta superbia!) (a Pantalone
Pantalone. (I gh’ha rason. El xe el so secolo). (a Beatrice
Brighella. Gh’aveu el relogio d’oro? Vardè mo, che ora fa.
Olivetta. Signore mie, non istieno a disagio per causa mia. Sono 23 ore. Seggano, se comandano.
Beatrice. Grazie alla sua gentilezza. Accomodiamoci, giacchè la signora Olivetta ce lo permette.
Pantalone. Oh! che cara siora Beatrice! (tutti siedono
Olivetta. La signora Rosaura è sposa, non è egli vero?
Rosaura. Lo sapete anche voi?
Olivetta. Me l’ha detto il Conte?
Rosaura. Il Conte? Avete della gran confidenza con lui.
Olivetta. Oh, non mi prendo gran soggezione.
Brighella. Semo avvezzi a praticar principi, marascialli, plenipotenziari.
Pantalone. (Oh! co bello che xe costù!) (da sè
Olivetta. So anche che il signor Florindo è sulle furie, e ha minacciato il signor Conte.