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LA FIGLIA OBBEDIENTE 471

Beatrice. Gli sarà stato detto.

Pantalone. Orsù, che Florindo no vegna più in casa mia. Vu no lo stè a ricever; no ghe dè speranze, e finimo sto pettegolezzo.

Rosaura. (Si asciuga gli occhi, mostrando di piangere.

Pantalone. Via, coss’è sto fiffar1? Sè una putta prudente, pensè al vostro ben. Sentì cossa che dise siora Beatrice: una fortuna de sta sorte no la s’ha da lassar andar. Cossa disela? (a Beatrice

Beatrice. Chi mai sarà questa ballerina?

Rosaura. Credo sarà Olivetta; per quello che mi ha detto Arlecchino, è alloggiata alla locanda col conte Ottavio, e so che questo gentilissimo cavaliere l’ha tenuta a pranzo con lui.

Pantalone. No saveu, cara fia? Alle locande se fa tavola rotonda. I forastieri i magna tutti insieme. Sior Conte xe un omo de proposito; el xe ricco, e vu sarè una prencipessa. Siora Beatrice, la ghe fazza rilevar a mia fia sto boccon de fortuna.

Beatrice. Pensava adesso a quel che scrive il signor conte Ottavio. Tireremo un lotto. Sapete voi che lotto egli sia? (a Rosaura

Rosaura. Io non so nulla.

Pantalone. No parlemo de lotti. El più bel lotto per mia fia xe sto matrimonio. Siora Beatrice, quel che la m’ha dito a mi, la ghe lo diga a Rosaura.

Beatrice. Caro signor Pantalone, compatite. Ho curiosità di rileggere questo viglietto.

Pantalone. No ala sentìo? Velo qua. Oggi verrò da voi. Verrà una ballerina. Tireremo un lotto. Badate bene che non ci sia il Livornese. Questo xe quel che importa. Florindo ha fatto qualche pettegolezzo. Sto Florindo no gh’ha giudizio. La ghe diga ela a mia fia, che bel cambio la farave lassando un Conte, per tor una frasca.

Beatrice. Certo. Il signor Florindo avrà parlato.

  1. Miagolare. [nota originale]