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468 | ATTO SECONDO |
mi è stato supposto, che voi vogliate accasarvi colla signora Rosaura Bisognosi; è egli vero?
Ottavio. I fatti miei non li dico a nessuno.
Florindo. Se voi non mi volete dire i fatti vostri, vi dirò io i miei...
Ottavio. Non mi curo saperli.
Florindo. Vi curerete saperli, se vi dirò che la signora Rosaura è meco impegnata.
Ottavio. Da quando in qua?
Florindo. Son anni, che noi ci amiamo.
Ottavio. Pantalone è uomo d’onore.
Florindo. Ma se la figlia non vi acconsente?
Ottavio. Vi acconsente.
Florindo. Forzatamente, forse per obbedienza al padre; non per genio, non per amore di voi.
Ottavio. Il cuor non si vede.
Florindo. Il cuor di Rosaura è mio.1
Ottavio. Siete pazzo.
Florindo. Giuro al cielo. A me pazzo? (s’alza furioso
Ottavio. (Mostra qualche paura.
Florindo. Colla spada mi renderete conto di tale ingiuria.
Ottavio. Ehi!
Cameriere. Comandi.
Ottavio. (S’avvia verso la camera con qualche timore.
Florindo. Se non mi lascerete Rosaura, perderete la vita.
Ottavio. (Tirandosi su li calzoni e sbuffando parte.
Cameriere. Signore, in questa locanda non si fanno bravate. (a Florindo
Florindo. Lo troverò per istrada. Ditegli che si guardi da un disperato. (parte
Cameriere. Che diavolo è stato? Anderò io con due o tre compagni a guardar la vita del signor Conte. Di quando in quando butta filippi, che consolano il cuore. (parte
- ↑ Segue nell’ed. Pap.: «Ott. Dove l’avete? Flor. Nel mio seno rinchiuso. Ott. Sentite, s’accosta. Siete pazzo, ecc.».