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466 | ATTO SECONDO |
Arlecchino. Comandela altro?1
Ottavio. Vien qui.
Arlecchino. Signor... (ha paura
Ottavio. Accostati. (con collera
Arlecchino. Son qua. (s’accosta
Ottavio. (Gli dà un calcio, e lo fa saltare.
Arlecchino. Grazie.
Ottavio. (Gli dà una moneta) Un’altra volta.
Arlecchino. Un’altra volta.
Ottavio. (Gli fa il simile, e lo fa saltare.
Cameriere. Servita. (gli porta la pipa accesa
Ottavio. (Prende la pipa, e fuma.
Cameriere. L’ho accesa per minorargli l’incomodo.
Ottavio. (Mette mano alla borsa.
Cameriere. (Un altro felippo). (da sè
Ottavio. (Dà una moneta ad Arlecchino.
Arlecchino. Un’altra volta.
Ottavio. Un’altra volta, (gli dà il calcio, come sopra, e ripone la borsa
Cameriere. Lustrissimo.
Arlecchino. Un’altra volta.
Ottavio. Un’altra volta. (gli dà un altro calcio
Arlecchino. No gh’è niente.
Ottavio. Un’altra volta.
Arlecchino. Basta cussì. (parte
Cameriere. (Sta volta l’è andada sbusa). (da sè) Lustrissimo.
Ottavio. Non c’è altro. (adirato
Cameriere. Gh’è un che la domanda.
Ottavio. (Passeggia un pezzo, e poi dice) Chi è?
Cameriere. Un certo signor Florindo, livornese.
Ottavio. (Passeggia un pezzo, e poi dice) Passi.
Cameriere. Oh che uomo curioso! (parte
Ottavio. Bricconi! Dono quando voglio. (passeggiando e fumando
- ↑ Segue nell’ed. Pap.: «Ott. Sei buffone. Arl. Quel che la comanda. Ott. Vieni qui ecc.».