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464 ATTO SECONDO

SCENA XI1.

Il Conte Ottavio, Brighella, Arlecchino, poi il Cameriere.

Arlecchino. L’è una signora veramente compita. (a Brighella

Brighella. Ah! La t’ha dito: addio.

Ottavio. Ehi!

Cameriere. La comandi.

Ottavio. La pipa. (passeggiando indietro

Cameriere. La servo. (parte

Brighella. Sior Conte, no la va a dormir?

Ottavio. Non dormo.

Brighella. Anderò mi.

Ottavio. Dormite fin che vi chiamo.

Brighella. Quando me chiamerala?

Ottavio. Mai.

Brighella. La vorria che morisse?

Ottavio. Una bestia di più, una di meno2...

Arlecchino. El la onora segondo el merito. (a Brighella

Brighella. Eh! tra de nu se disemo de le burle. Schiavo, sior Conte.3 (con aria

Ottavio. Meno confidenza.

Brighella. (E meio che vada via). (da sè, parte

SCENA XII.

Il Conte Ottavio, Arlecchino, e poi il Cameriere.

Ottavio. Arlecchino.

Arlecchino. Signor.

Ottavio. Che fa Rosaura?

Arlecchino. Mi credo che la staga ben.

Ottavio. Oggi sarò da lei.

  1. Continua sc. X nell’ed. Pap.
  2. Pap.: Un porco più, un porco meno.
  3. Segue nell’ed. Pap.: «Ott. Asino. Brigh. La tira et fià. Ott. Gli getta un catino da lavar le mani di terra, che si trova sopra un tavolino. Arl. Scherzi amorosi. a Brigh. Brigh. (È meio ecc.)».