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LA FIGLIA OBBEDIENTE | 457 |
Pantalone. La ghe ne sa pochetto, patron. Vago a disnar. (incamminandosi
Florindo. Ve ne pentirete.
Pantalone. Me pentirò? Come? (torna indietro
Florindo. Parleremo con comodo. Servitor suo.1 (vuol partire)
Pantalone. Se gh’avessi giudizio, no parleressi cussì. Se avessi scritto, v’averave aspettà. Se fussi vegnù un zorno avanti, la saria stada vostra.
Florindo. Ma, caro signor Pantalone, possibile che non vi sia rimedio? (dolcemente
Pantalone. Sto remedio mi no ghe lo so veder. Ho dà parola, ho sottoscritto el contratto. Cossa voleu che fazza?
Florindo. Discorriamola un poco. Vediamo, se si può trovar qualche mezzo termine.
Pantalone. Xe tardi. Bisogna che vaga a tola. Con so bona grazia. (s’incammina
Florindo. So io quel che farò. (forte
Pantalone. Cossa farala, patron? (torna indietro
Florindo. Niente.
Pantalone. La diga, cossa farala?
Florindo. Niente, dico. La riverisco. (vuol partire
Pantalone. Mi, mi ghe farò far giudizio.
Florindo. Che giudizio? Che cosa intendereste di fare? (torna indietro
Pantalone. Sior sì, ghe farò far giudizio. De mia fia mi son patron, e no gh’ho bisogno delle so bulae, e qua se fa far giudizio ai matti.
Florindo. Parleremo meglio.
Pantalone. La diga.
Florindo. Parleremo meglio. (parte
- ↑ Segue nell’ed. Pap. «Pant. Parole da frasca. Flor. A chi? torna indietro. Pant. Se gh’avessi ecc.».