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446 | ATTO PRIMO |
SCENA XVIII.
Il Cameriere di Ottavio colla vesta da camera
e la berretta; e detti.
Ottavio. (S’alza, e si cava la parrucca.
Olivetta. (Oibò). (s' alza
Brighella. (Poco rispetto a mia fia).
Ottavio. (Si vuol cavar l' abito.
Olivetta. Con sua licenza.
Ottavio. Andate via?
Olivetta. Se mi permette. Ho un affar di premura.
Ottavio. Venite a pranzo con me.
Olivetta. Perdoni....
Brighella. Riceveremo le sue grazie.
Olivetta. Questi uomini, che hanno poca creanza, non li posso soffrire. (parte
Ottavio. (Si fa cavar l’abito.
Brighella. Gran bel abito, signor!
Ottavio. (Lo prende e lo getta in faccia a Brighella.
Brighella. Come! Perchè me fala sto affronto?
Ottavio. Ve lo dono.
Brighella. La me lo dona?
Ottavio. Sì, schiavo. (parte
Brighella. No so cossa dir. L’è un affronto, ma el se pol sopportar. Sto abito mo cussì ricco, lo possio portar? Sior sì. Son padre de una vertuosa. (parte
Fine dell’Atto Primo.