Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
LA FIGLIA OBBEDIENTE | 443 |
Olivetta. Basta, se comanda, è padrone.
Brighella. Semo tutti forestieri, che el se comoda.
Cameriere. Tenga. Anderò a dirgli che passi.
Brighella. Lumaga. Siestu maledetto! Servì, servì la padrona. Anderò mi a introdurlo. (parte
Olivetta. Gettate l’acqua. (cameriere getta) Bel bello, che non mi bagnate li manichetti. Voi altri camerieri di locanda, siete asini, non sapete far nulla.
Cameriere. (Or ora le getto l’acqua sul tuppè). (da sè
SCENA XVI.
Il Conte Ottavio e Brighella, e detti; poi Lumaca.
Brighella. Siora Olivetta, ghe presento sto cavalier.
Olivetta. Serva divota. (s’alza un poco) Perdoni, mi trova qui lavandomi le mani.
Ottavio. Lavatevi pure tutto quel che volete.
Olivetta. S’accomodi.
Brighella. Deghe da sentar. (al cameriere
Cameriere. Ma come... (accenna aver le mani ingombrate
Brighella. Dè qua. Deghe da sentar. (prende egli la brocca) Lumaga.
Cameriere. Si serva, illustrissimo. (dà la sedia ad Ottavio
Ottavio. (Siede.
Olivetta. L’asciugatoio. (a Lumaca
Brighella. Elo quello coi pizzi di Fiandra? Tien saldo. (dà la sottocoppa a Lumaca
Ottavio. Voi siete ballerina.
Olivetta. Per servirla. (si va asciugando e mettendo gli anelli
Brighella. Ma no l’è miga de ste ballerine d’Italia, sala, signor?
Ottavio. Siete francese?
Olivetta. No, signore, sono italiana.
Ottavio. Italiana tutta?
Olivetta. Come tutta?
Ottavio. Galantuomo. (a Brighella, ridendo
Brighella. A mi?