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442 ATTO PRIMO

Olivetta. Farò come volete.

Brighella. Presto, da sentar. (a Lumaca, che prende una sedia) Porta avanti quel bazil. Va a tor dell’acqua. Ecco qua la saonetta. Tutto arzento, tutto arzento.

Olivetta. Lumaca.

Lumaca. Illustrissima.

Olivetta. Una guantiera per mettere questi anelli.

Brighella. Tiò una sottocoppa d’arzento.

Lumaca. (Prende la sottocoppa con una mano, e coll’altra la brocca coll' acqua, versandone nel bacile.

Olivetta. (Lavandosi) Lumaca, vammi a prendere lo sciugatoio.

Brighella. Quello bello, coi pizzi di Fiandra.

Lumaca. Ma questa roba...

Brighella. Lassa véder a mi. (prende egli tutto, Lumaca parte

Olivetta. Mi dispiace, signor padre, che abbiate questo incomodo.

Brighella. Niente, figlia; ho l’onore di favorirvi.

SCENA XV.

Il Cameriere e detti.

Cameriere. Signori...

Brighella. Oh diavolo! Lumaga.

Cameriere. Un cavaliere...

Brighella. Lumaga. Caro vecchio, tegnì sta roba.

Cameriere. Ma senta...

Brighella. Tegnì sta roba. (il cameriere prende la sottocoppa) Adesso parlè.

Cameriere. Un cavalier forestiere, alloggiato in questa locanda, vorrebbe farle una visita.

Brighella. Oe. Subito cavalieri. (a Olivetta

Olivetta. (Lavandosi) E chi è questo cavaliere?

Cameriere. Un certo signor conte Ottavio, forestiere.

Olivetta. Sarà qualche spiantato.

Brighella. La mia putta non riceve visite.

Cameriere. Anzi è ricco; è generoso.