Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VIII.djvu/442

426 ATTO PRIMO

Rosaura. Ma il signor Ottavio...

Pantalone. Sior conte Ottavio sarà qua adess’adesso.

Rosaura. Il signor conte Ottavio, voleva dire, non ha avuto la mia parola.

Pantalone. L’ha avù la mia, e tanto basta.

Rosaura. Voi volete disporre di me, senza nemmeno sentirmi sul punto della mia inclinazione?

Pantalone. Rosaura, sè sempre stada ubbidiente; avè sempre fatto pompa della vostra rassegnazion. Adesso xe el tempo de farla maggiormente spiccar. L’ubbidienza no gh’ha nissun merito, quando no la xe in occasion de superar la passion. Domando el consenso dalla vostra ubbidienza, acciò abbiè sto merito de gratitudine verso de mi; del resto, in caso contrario, per farve acconsentir, me basta la mia autorità. Son pare, posso disponer d’una mia fia. So che al matrimonio no sè contraria; so che lo preferì a ogni altro stato, onde maridandove segondo1 la vostra inclinazion. Circa la scelta del mario, tocca a mi a farla. L’ho fatta, e vu da putta prudente rassegneve, e lodela.

Rosaura. Ma il signor Florindo venuto apposta di Livorno?...2

Pantalone. Come xelo vegnù?

Rosaura. Col corriere di Bologna.

Pantalone. El doveva vegnir per la posta. Chi tardi arriva, mal alloza.

Rosaura. Non vi sarebbe rimedio?...

Pantalone. No gh’è remedio. El sior Conte xe qua adess’adesso.

Rosaura. Sentite il signor Florindo.

Pantalone. Lo sentirò, ma xe tardi.

Rosaura. Oh! sventurata ch’io sono!

Pantalone. Via, fia, no ve stè a travaggiar. Finalmente sentì, Rosaura: el matrimonio, fatto con genio o contraggenio, lo paragono a un sorbetto, o a una medesina. El sorbetto se beve con gusto, ma el gusto passa e el fa mal: la medesina fa un

  1. Così l’ed. Pap.; Pasquali e Zatta: a ogni altro stato, maridandove segondo la vostra ecc.
  2. Così Pap.; Pasq. sbaglia; Zatta: è venuto apposta da Livorno.