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422 ATTO PRIMO

Florindo. Pur troppo, se tardava io quattro giorni, stava egli sul punto di disporre di me. Finalmente sarete mia.

Rosaura. Ancora non mi par vero.1

Florindo. Io non ci vedo altre difficoltà. Mio padre è contento; il vostro sapete quante volte mi ha detto, che volentieri avrebbe vedute le nostre nozze. Eccomi qui, son vostro.

Rosaura. Sì, siete mio. Sia ringraziato il cielo.

Beatrice. Sarete stanco, signor Florindo. Siete venuto per terra?

Florindo. No, son venuto per acqua col corrier di Bologna.2

Rosaura. Siete stato allegro per viaggio?

Florindo. Mi sono annoiato infinitamente. Eravi una ballerina, che non taceva mai. E suo padre poi, tutto il viaggio, non ha fatto altro che seccarmi, raccontandomi le grandezze della figliuola.

Rosaura. Anzi vi sarete divertito bene colla ballerina.

Florindo. Da uomo d’onore, non la poteva soffrire.3

Beatrice. Come chiamavasi? La conosciamo noi?

Florindo. La conoscerete. È una certa Olivetta.

Rosaura. Figlia di certo Brighella?

Florindo. Sì, per l’appunto.

Rosaura. Oh! la conosco. Suo padre è stato servitore in casa nostra.

Florindo. Servitore? Chi sente lui, è un signore.

Beatrice. Non sapete? Le capriole della figliuola nobilitano tutta la casa.

SCENA III.

Arlecchino e detti.

Arlecchino. Siori, el padron l’è vegnudo.

Florindo. Gli avete detto che sono qui io?

Arlecchino. Eh! so el me mistier. No gh’ho dito gnente.

Florindo. Bravissimo. Non vorrei ch’egli sapesse, che ho fatta la prima visita a voi.

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Beatr. Già non si dice quattro, se non è nel sacco. Flor. Io non ci vedo ecc.».
  2. Segue nell’ed. Pap.: «Beatr. Compatitemi. Quando si va a nozze, si va per le porte. Flor. Ma io, signora... Beatr. Sì sì, vi capisco, sarete venuto per barca per non venire dalla sposa un poco stanco. Non è vero? Ros. Siete stato ecc.».
  3. Pap. aggiunge: Se aveste Veduto le smorfie che faceva, mi moveva il vomito.