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faceta Beatrice, e il conte Ottavio ridicola1. Vi ho innestato altri due Personaggi per episodio, non meno ridicoli, curiosi e veri. Una ballerina col suo papà. Con quest’ultimo spezialmente mi sono assaissimo divertito, e mi è riuscito divertire ugualmente gli spettatori della Commedia. Sono capi di opera alcuni padri, alcune madri di queste che chiamansi Virtuose, o di canto, o di ballo, e pochissime cose ho io introdotte nelle Scene di questi due, che non sieno vere, verissime, vedute da me, da me udite, e con particolare attenzione nel magazzino del mio cervello riposte per valermene all’occasione. I lotti sono poi graziosissime invenzioni per far danari con civiltà, e senza obbligo di ringraziare. Se si cavassero questi lotti colle polizze da me inventate, non se ne vedrebbono tanti, poichè per non soffrire i rimproveri, la superbia la farebbe perdere all’avarizia.
Sono riusciti ridicoli per modo questi caratteri, che hanno quasi oscurato il merito della Donna Protagonista, la quale conducendosi con serietà2, non dà il piacere che i Personaggi lepidi sogliono dare. Alcuno crederà forse3 che tai Personaggi non sieno necessari alla favola, e che pecchi4 di superfluità5. Non so che dire. Se si sta sul rigore, che i Personaggi abbiano a essere necessari in modo che senza di essi la Commedia non possa farsi, in questa vi sarebbe da poter discorrere: ma se basta che sieno bene intrecciati, e che lavorino tutti in armonia fra di loro, e accrescano la beltà e l’intreccio, staranno benissimo colla Figlia obbediente la Ballerina e suo Padre. Infiniti esempi potrei addurre di ciò, anche in Molière medesimo; ma per chi sa, non vi è bisogno di addur ragioni; e per chi non sa, è superfluo il dirle.