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IL FEUDATARIO 31

Nardo. Ah, mi son portato bene?

Cecco. Benissimo.

Mengone. Bravo.

SCENA X.

La Marchesa Beatrice e detti.

Beatrice. (Florindo non vuol aver prudenza. Correggerò io). (da sè) Signori miei...

Cecco. La Marchesa. (a Nardo)

Nardo. Non sono all’ordine. Andiamo. (con riverenza)

Beatrice. Fermatevi.

Nardo. Eccellenza, non sono all’ordine. Un’altra volta. (con riverenza parte)

Beatrice. Ma sentite. (a Cecco)

Cecco. Io non sono il principale, Eccellenza. (parte)

Beatrice. Io son la Marchesa madre...

Mengone. Ed io son la parte laterale, Eccellenza. (parte)

Beatrice. Son qua io...

Margone. A me non tocca. Tocca al deputato di mezzo. (parte)

Beatrice. Siete molto riscaldati.

Pasqualotto. Noi non ci riscaldiamo. Non siamo dei tre. (parte)

Beatrice. Io non li capisco, mi sembrano tanti pazzi. (parte)

SCENA XI.

Altra camera.

Florindo e Rosaura.

Florindo. Venite qui, non fuggite.

Rosaura. Signore, non fuggirò, se parlerete modestamente.

Florindo. Vi compatisco. Siete avvezza fra’ villani.

Rosaura. Niuno di questi villani mi ha parlato con sì poco rispetto.

Florindo. Capperi! voi siete ben vestita1; costoro vi rispetteranno come una2 signora.

  1. Bett. e Pap.: voi che siete un poco ben vestita.
  2. Bett. e Pap.: una gran.