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386 | ATTO TERZO |
Brighella. Gnente; un can che m’ha dà in te le gambe.
Arlecchino. Vento cattivo. (parte, cercando la porta)
SCENA XIV.
Brighella e Corallina.
Brighella. Seguite mo el vostro descorso.
Corallina. Voi dunque siete quello che ha messo male di me col padrone, per farmi scacciar di casa?
Brighella. E vu sè quella che ha messo su Arlecchin, che el vegna a farme delle impertinenze?
Corallina. Vi dirò. Voglio confessarvi la verità. Io sono un poco puntigliosa. Voi mi avete strapazzata, mi avete detto delle insolenze, ed io arrabbiata mi sono sfogata con Arlecchino; non gli ho però detto che vi faccia verun insulto, ma egli, credendo di farsi merito, ha preteso forse di vendicarmi. Caro Brighella, compatitemi, sentirsi strapazzare da una persona che si ama, è un dolor troppo grande. Voi mi avete fatto piangere tre ore d’orologio, e da ieri sera in qua nella mia gola non è entrato un gocciolo di acqua.
Brighella. Perchè avere bevudo del vin.
Corallina. No, Brighella mio, perchè dalla passione non ho potuto nè mangiare, nè bere.
Brighella. Se me volessi ben, no me tratteressi cussì.
Corallina. E voi, se mi voleste bene, non cerchereste che fossi scacciata da questa casa.
Brighella. Certo che quel che v’ha dito el patron, el ve l’ha dito per causa mia. Nol move una paia senza de mi.
Corallina. Se anch’io avessi detto alla mia padrona che non vi voglio in casa, non ci stareste. Non vi ricordate che cosa ho fatto per voi? Se non era io, povero voi! Vi avrebbero mandato al reggimento in ferri. E dite che non vi voglio bene? Povero disgraziato!
Brighella. Basta... Vedremo... Vien zente, zitto.
Corallina. Stiamo fermi, già allo scuro non ci vedono.