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374 ATTO TERZO

Brighella. Me son inzegnà de farlo, e ho superà tutto el so timor.

Ottavio. Quando verrà?

Brighella. Stasera. El sarà qua a momenti.

Ottavio. Mia cognata è in casa?

Brighella. Lustrissimo no, l’è andada in carrozza dalla marchesa Flaminia.

Ottavio. Che sì, che ella è andata a risvegliare il trattato di sua figliuola col marchese Riccardo? Ma non riuscirà certamente. Femmina sciocca, femmina indemoniata!

Brighella. Eh, lustrissimo, so mi da dove vien el mal!

Ottavio. Da dove?

Brighella. Quella pettegola de Corallina l’è causa de tutti sti desordini. Ela l’è quella che mette su la padrona, la la fa far a so modo, e la la conseggia sempre a far mal. (Desgraziada, me vôi vendicar). (da sè)

Ottavio. Bricconcella! Averà quel che merita.

Brighella. (T’imparerà a burlar i omeni della mia sorte).

Dottore. (Di dentro) O di casa.

Brighella. El sior Dottor.

Ottavio. Introducilo.

Brighella. La servo. (Buttar via una scatola e un fazzoletto? Mo son sta un gran matto!) (parte)

SCENA II.

Il Conte Ottavio ed il Dottore.

Ottavio. Farò che mia cognata e mio nipote si distruggano in questa lite. Sottoscriverò volentieri la rovina della mia casa, prima che dare ad essi la menoma soddisfazione.

Dottore. Fo riverenza a V. S. illustrissima.

Ottavio. E così, signor Dottore, voi siete il mio avversario; voi favorite mia cognata e mio nipote, e in nome loro mi avete mossa una lite?

Dottore. Caro signor Conte, confesso la verità, colle lacrime agli occhi; ella sa che il signor conte Lelio è un prepotente; egli