Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
368 | ATTO SECONDO |
Rosaura. Dimmelo, cara Corallina.
Corallina. Per parte del signor Marchesino.
Rosaura. Che dice? Mi ama? È sdegnato? Procura di avermi?
Corallina. Vi vuol bene, sarà vostro. Leggete, prima che venga alcuno.
Rosaura. Povero Marchesino! (apre e legge)
«Nipote carissima.
«Ho appreso con senso di tenerezza le vostre giuste doglianze.
Corallina. Vostro fratello.
Rosaura. Misera me! (nasconde il viglietto)
SCENA XVI.
Lelio e dette.
Lelio. Che vuol dire, signora sorella, perchè sono venuto io, ha tralasciato di leggere? Sarà qualche viglietto, che io non potrò vedere.
Rosaura. Ecco cosa è, osservate. La regola del nuovo giuoco francese, intitolato la cometa. (tira fuori una carta, che parla di tal giuoco)
Corallina. (Brava davvero! Stimo la prontezza!) (da sè)
Lelio. Questa carta, signora mia, non è quella che leggevate, quando io son venuto.
Corallina. Oh! è quella, in coscienza mia!
Lelio. Vattene; tu non ci entri.
Corallina. Ma io parlo per la verità.
Lelio. Chi sa che non fosse un qualche viglietto amoroso, che tu le avessi portato?
Corallina. Andate là, che siete spiritoso. Pare che non mi conosciate. Non sapete che sono l’esempio1 della fedeltà? (e la madre della drittura?) (da sè, parte)
- ↑ Pap.: che sono il tipo della modestia, l’esempio ecc.