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IL FEUDATARIO 27

Pantalone. Grazie alla bontà de Vostra Eccellenza. Son stà bon servitor, fedel e ossequioso de sua Eccellenza pare, e spero che anca Vostra Eccellenza se degnerà de tollerarme. (a Florindo)

Beatrice. Poco può tardare a raggiungerci il cancelliere ed il notaro, per dare il possesso del feudo al Marchesino. Fate avvisare la Comunità, acciò tutti sieno pronti per dare il giuramento del vassallaggio.

Pantalone. Eccellenza sì; la sarà servida.

Florindo. Ditemi, signor Pantalone, quante persone ci saranno in Montefosco?

Pantalone. El paese xe piccolo, Eccellenza; el farà sette o ottocent’anime.

Florindo. Ho sentito dire che vi sieno delle belle donne; è egli vero?

Pantalone. Per tutto ghe ne xe de belle e de brutte.

Beatrice. (Ecco i suoi discorsi: donne). (da sè) Favorite, signor Pantalone: lo sanno quelli della Comunità, che oggi dovevamo noi arrivare?

Pantalone. Eccellenza sì, i ho avvisadi mi, e so che i s’ha unio e i vegnirà a umiliarse, e a recognosser el so patron.

Florindo. Veranno ancora le donne?

Beatrice. Come c’entran le donne? Se verranno, non verranno da voi.

Florindo. (Se non verranno da me, anderò io da loro). (da sè)

Pantalone. (El xe de buon gusto. Me despiase de quella putta che gh’ho in casa). (da sè)

Servitore1. Sono qui2 i deputati e i sindaci della Comunità, per inchinarsi a Sua Eccellenza. (parte)

Pantalone. Sentela, Eccellenza, xe qua la Comunità in corpo per inchinarla3.

Beatrice. Introduceteli. (a Pantalone)

Pantalone. Subito la servo. (parte)

  1. Comincia nell’ed. Bett. la sc. IX.
  2. Bett.: Signore, sono qui ecc.
  3. Bett. e Pap.: per inchinar... E segue: «Fior. La Comunità in corpo? Anco le donne? Pant. Ma le donne no le entra in ste cosse. Beatr. (Ragazzaccio!) Introduceteli, a Pant. Pant. Subito la servo. (Oh, ste donne le vol star fresche), via».