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350 ATTO SECONDO

Brighella. No la la vol?...

Corallina. Eccomi, signora. Sentite? La padrona....

Brighella. Vado via.

Corallina. Presto, presto.

Brighella. Vado, vado. (E andà el fazzoletto, è andà la scatola; ma fin adesso ho avù poco gusto). (da sè, parte)

SCENA III.

Corallina, poi Beatrice.

Corallina. Povero Brighella! È pentito d’avermi ingiuriata, e ha pagato la pena con un fazzoletto di seta e con una tabacchiera d’argento. Non vi è male; a questo prezzo mi lascerei strapazzare una volta al giorno.

Beatrice. Che cosa fai qui in sala? Perchè non vai nella tua camera?

Corallina. Ho levato da terra certe spazzature.

Beatrice. Hai fatto male, non tocca a te.

Corallina. (Ne venissero spesso di quelle spazzature!) (da sè)

Beatrice. Tocca ai servitori del conte Ottavio, e quel temerario di Brighella non vuol far nulla.

Corallina. Egli bada alla camera del suo padrone; la sala tocca a spazzarla ai lacchè.

Beatrice. Serva pure il suo padrone, lo servirà per poco.

Corallina. Dice davvero?

Beatrice. Ho ritrovato il modo di farlo andar via, non solo da questa casa, ma da questa città.

Corallina. Anche dalla città? Come?

Beatrice. Ho saputo che egli era soldato, e che ha disertato. Il conte Ottavio lo protegge; ma io farò che lo sappia chi l’ha da sapere, e sarà rimandato al suo1 reggimento in ferri.

Corallina. Poveruomo! Perchè gli vuol far questo male?

Beatrice. Poveruomo tu dici ad un briccone, che mi ha perduto il rispetto?

  1. Pap.: di lui.