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I PUNTIGLI DOMESTICI 337

SCENA XI.

Corallina, poi Arlecchino.

Corallina. Ecco qui quel dottoraccio: per guadagnare, ha messo in capo ai padroni di fare una lite. Che cosa importa a me che si dividano? Se non va via Brighella, non guadagno il mio punto.

Arlecchino. O de casa! (di dentro)

Corallina. Questo è Arlecchino. Lo conosco alla voce. Il servitore del marchese Florindo.

Arlecchino. Gh’è nissun? Se pol vegnir? (di dentro)

Corallina. Venite, ci sono io, venite.

Arlecchino. Fazzo reverenza alla più bella cameriera che sia in sto paese.

Corallina. Ed io riverisco il più grazioso servitore di Europa.

Arlecchino. E cussì, tornando sul nostro proposito, el me padron el vorria far una visita alla so sposa.

Corallina. Anche io, per seguitare il filo del ragionamento, vi dirò che in casa vi sono dei torbidi, e ho paura che queste nozze non si faranno più.

Arlecchino. Perchè mai me cóntela sta gran cossa?

Corallina. Tutto il male proviene da Brighella; egli mette degli scandali, e per causa sua i padroni si fanno scorgere. Se il conte Ottavio cacciasse via Brighella, tutte le cose anderebbero bene; e il vostro padrone dovrebbe obbligare il mio a scacciamelo prestamente, se non vuole che si vada di male in peggio.

Arlecchino. Cara siora Corallina, vu me fe restar attonito e stupefatto, parlando cussì de Brighella, che so che ghe vulì ben.

Corallina. No, no, v’ingannate. L’odio, l’abborrisco, non lo posso vedere.

Arlecchino. Siora Corallina, vu burlè adesso. Savè che gh’ho per vu dell’inclinazion. Savè che Brighella me fa paura, e per torve spasso, me dè un pochetto de lazzo.

Corallina. No certo, credetemi, ve lo giuro. Non amo Brighella, anzi l’ho in odio; e se voi... Basta, non dico altro.