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330 ATTO PRIMO

Pantalone. E no la vol dar sodisfazion anca a so cugnada?

Ottavio. Parlatele. In grazia vostra qualche cosa farò.

Pantalone. Grazie alla so bontà. So che l’è un cavalier prudente, e son seguro che el se remetterà alle cosse giuste. La più bella qualità dell’animo xe la docilità. Tutti semo soggetti alla collera; ma chi ascolta i boni amici, la modera e se correzze. Quel che rovina i omeni per el più, xe i pontigli, e i pontigli che nasse tra i parenti, i sol esser i più feroci. No bisogna ingrossar el sangue; bisogna remediarghe presto, e considerar che el più bel tesoro delle fameggie, xe la bona armonia, la concordia e la pase. (parte)

Ottavio. Io sono l’uomo più dolce della terra. Non vi è cosa che più mi piaccia della concordia e della pace. Ma se mi provocano niente niente, piuttosto morire che cedere. (parte)

SCENA VI.

Camera di Beatrice.

Corallina, poi Beatrice.

Corallina. Brighella me l’ha da pagare sicurissimamente1. Briccone! Dirmi insolente? Dirmi mezzana? Anderà via di questa casa. La padrona ha detto che anderà, e deve andare2.

Beatrice. Mio cognato così mi tratta?

Corallina. Che cosa vuol dire, signora padrona?

Beatrice. Fa più conto di un servitore, che di sua cognata?

Corallina. Il signor conte Ottavio non vuol mandar via Brighella?

Beatrice. No, non lo vuol mandar via.

Corallina. Cospetto di bacco, se io fossi in lei, questa volta vorrei mettermi al punto3. In verità, se cede, vi va del suo decoro.

Beatrice. Mi negherà questa piccola soddisfazione di licenziare un servitore?

  1. Segue nell’ed. Pap.: Fa meco l’innamorato, e poi mi strapazza. Briccone! ecc.
  2. Pap. aggiunge: a me non mancano innamorati.
  3. Le parole di Cor. che qui seguono, mancano nell’ed. Pap.