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322 | ATTO PRIMO |
Brighella. El patron el vol una scatola de tabacco.
Corallina. E intanto che la padrona aspetti: siete pure incivile!
Brighella. Corallina, mi ve voio ben; ma sto perderme el respetto, farà che ve perda l’amor.
Corallina. Già me l’ha detto la padrona. Vedrai che colui non verrà. (filando)
Brighella. L’ha1 dito colui?
Corallina. È un pezzo che la signora contessa Beatrice vi ha in mala opinione2. In questa casa vi vedo e non vi vedo.
Brighella. Donca gh’averessi gusto che andasse via. Bell’amor! Brava! Me confido che ela no comanda. Comanda el conte Ottavio, che l’è el me padron.
Corallina. Comanda anch’ella.3. È sua cognata, è stata moglie di suo fratello. È madre del conte Lelio e della contessina Rosaura: sarebbe bella che ella non comandasse.
Brighella. Basta: a mi no la me comanda. Vôi finir de rapar. (rapando)
Corallina. Lo dirò al conte Ottavio, e la verrete a servire. (fila)
Brighella. Eh via! (rapando)
Corallina. Oh, se ci verrete. (fila)
Brighella. Signora no, non ci verrò.
Corallina. No? basterebbe che io volessi. La mia padrona fa più conto di me, che di suo cognato.
Brighella. E el me padron el fa più capital de mi, che de tutta la so fameia.
Corallina. Io ho persuaso la mia padrona a contentarsi che la sua figliuola si sposi4 al marchesino Florindo. Non lo voleva fare per niente; anzi avea intenzione di darla al marchese Riccardo, e quasi quasi gliel’avea promessa5; ma per me ha cangiato opinione.
Brighella. Col me padron avesse volsudo, el gh’ha una testa che fa far6 a so modo.
Corallina. Anche la mia padrona non burla. Quando dice voglio, ha da essere.