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LA SERVA AMOROSA | 297 |
stipulerà il testamento; e voi, signora moglie bugiarda, signora vedova, che aspetta di piangere quando verranno1 le visite a condolersi, prima di piangere per la morte di questo vecchiaccio, piangerete la causa del vostro male, e l’effetto dei vostri perfidi inganni.
Beatrice. Datemi la mia dote.
Ottavio. Che dote!
Beatrice. Seimila scudi.
Ottavio. Non è vero. Ho sottoscritta una carta falsa, e la farò revocare.
SCENA XIX.
Pantalone, Brighella e detti.
Pantalone. Sior Ottavio....
Ottavio. Oh! signor Pantalone.
Pantalone. La compatissa se intro con libertà. Ho sentio tutto: quante copie ghe n’ali de sta carta de dota?
Ottavio. Una sola. L’aveva io, e il diavolo poco fa mi ha indotto a mandarla alla signora Beatrice.
Pantalone. Co ghe ne xe una sola, eccola qua. La xe capitada in te le mie man, e fazzo cussì. (la straccia)
Beatrice. Fermatevi...
Pantalone. La carta xe revocada, e cussì me vendico delle so impertinenze. (a Beatrice)
Beatrice. Oh maledetta fortuna!
Ottavio. Come vi capitò quella carta? (a Pantalone)
Brighella. La me l’ha dada a mi, e mi l’ho dada al me padron.
Ottavio. Ma io la consegnai al servitor del notaio.
Brighella. Ella m’ha tolto per el servidor del nodaro, e son servidor del sior Pantalon.
- ↑ Pap.: vengono.