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294 ATTO TERZO

SCENA XV.

Servitore e detti.

Servitore. È qui il signor notaio con alcune altre persone, che non so chi siano.

Beatrice. Che passino, e porta da scrivere. (il servitore parte)

Lelio. Che cosa vuole il notaio?

Beatrice. Finir il testamento del signor Ottavio.

Lelio. Se è moribondo!1

Beatrice. Zitto. Badate a voi, e non parlate. (a Lelio)

Lelio. (Questa domani la racconto al caffè). (da sè)

SCENA XVI.

Il Notaio con alcuni testimoni. Il Servitore di Ottavio
che porta da scrivere, e detti.

Beatrice. Bravo2, signor Agapito.

Notaio. Sono di parola?

Beatrice. Bravo.

Notaio. Ecco li testimoni. Signori, saranno testimoni di questo testamento, che fa il signore Ottavio Panzoni.

Beatrice. Li supplico, e saprò il mio dovere. (verso li testimoni)

Notaio. Signora Beatrice, signor3 Lelio, favoriscano ritirarsi, acciò possa io interrogare con libertà e confidenza il signor testatore, per leggere poi a’ testimoni la sua volontà.

Beatrice. Volentieri, ritiriamoci. (a Lelio)

Lelio. Oh bella! vuol interrogare un moribondo4. (a Beatrice)

Beatrice. (Vien qui, sciocco). (lo tira in disparte)

Notaio. (S’accosta al letto di Ottavio.5

Beatrice. (Sarebbe meglio che tu fossi morto, che non parleresti).

Lelio. (Oh bella! Se fossi morto, non prenderei moglie).

  1. Pap.: Dopo morto?
  2. Pap.: Ben venuto.
  3. Pap.: col signor.
  4. Pap.: un morto.
  5. Segue nell’ed. Pap.: «Lel. Io non ho mai sentito dire che i morti parlino! a Beatr. Beatr. (Sarebbe meglio che fossi morto anche tu ecc.)».