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20 ATTO PRIMO


Nardo. Badate a me. Il marchese Florindo deve venire a prendere il possesso...

Cecco. Quanto vale il vino? (a Marcone)

Marcone. Dieci carlini.

Nardo. Ascoltatemi1. E così deve venire con lui anche la signora marchesa Beatrice sua madre...

Cecco. Lòdole ve ne sono? (a Pasqualotto)

Pasqualotto. Assai.

Nardo. Volete tacere? Volete ascoltare? E così la Marchesa madre e il Marchesino figlio s’aspettano...

Mengone. Io ne ho una botte da vendere. (a Marcone Nardo. Si aspettano... (forte)

Marcone. Lo comprerò io. (a Mengone)

Nardo. Si aspettano oggi, (più forte, e con rabbia) Oh! corpo del diavolo! Questa è un’insolenza. Quando parlano i deputati, si ascoltano. E mi maraviglio di voi altri due, che siete deputati come sono io...

Cecco. Zitto. (fa segno di silenzio a’ sindaci)

Nardo. Che non fate portar rispetto alla carica...

Cecco. Zitto. (fa l’istesso)

Nardo. Oggi verranno il Marchese e la Marchesa, e bisogna pensare a far loro onore.

Cecco. Bisogna pensare di far onore a noi e al nostro paese.

Mengone. Bisogna regalarli.

Nardo. Quello che preme, è questo. Bisogna mettersi all’ordine, incontrarli e complimentarli.

Pasqualotto. Io non me n’intendo.

Marcone. Per quattro parole ben dette, son qua io.

Nardo. A parlare al Marchese tocca a me. Voi altri mi verrete dietro, e io parlerò; ma chi farà il complimento alla signora Marchesa?

Cecco. Non vi è meglio di Ghitta mia moglie. Pare una dottoressa. Tutto il giorno sta2 a disputare col medico.

  1. Bett. e Pap. aggiungono: sono il deputato maggiore.
  2. Bett. e Pap.: sta in camera serrata ecc.