Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
272 | ATTO SECONDO |
Corallina. Così e così.
Florindo. (Quanto è più bella da vicino, che da lontano!) (da sè)
Rosaura. (Sudo da capo a piè). (da sè)
Corallina. M’immagino, signor Florindo, che vi premerà vedere il signor Pantalone, per parlargli della signora Rosaura.
Florindo. Per l’appunto.
Rosaura. Per me, signore? (a Florindo)
Florindo. Ah, se fossi degno...
Rosaura. Mi mortifica.
Corallina. Poverini! Parlate poco, ma i vostri occhi dicono molto.
Florindo. Signora Rosaura, supererò il rossore, e vi dirò ch’io vi amo.
Corallina. Bravo!
Rosaura. Non merito le sue grazie... ma...
Corallina. Via, dite su.
Rosaura. Ma si assicuri che ho della stima...
Corallina. Che volete voi di più? Ella ha della stima per voi. (a Florindo)
Florindo. Troppa bontà, signora mia.
Rosaura. È il suo merito.
Florindo. Se il cielo mi assisterà, farò quei passi che sono convenevoli per ottenervi.
Rosaura. Mi confonde.
Florindo. Sarete voi contenta, se il signor Pantalone mi onorerà del suo assenso?
Rosaura. Perchè no?
Florindo. Potrò assicurarmi della vostra fede?
Rosaura. Sì signore.
Florindo. Datemene una caparra colla vostra mano.1
Corallina. Oh, basta così. Le cirimonie vanno troppo avanti. Premeva sapere, se il vostro genio è d’accordo; ora che ne siete assicurati, s’hanno a far le cose a dovere, e l’ha da sapere il signor Pantalone, prima che vi tocchiate la mano. Sono una donna onesta, e non permetterò che così di nascosto...
- ↑ Segue nell’ed. Paper.: «Ros. Per obbedirvi... gli vuol dar la mano».