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18 | ATTO PRIMO |
Nardo. Sono bestie1. Non sanno2 il loro dovere. Sono i sindaci della Comunità, e fanno aspettar noi che siamo i deputati.
Cecco. Io, per venir qui stamattina, ho tralasciato d’andare a caccia.
Mengone. Ed io ho mandato uno in luogo mio a vendere le legna.
Nardo. Oh! quando io sono deputato, non manco. Lascio tutto per venir qui. Sette volte sono stato in questa3 carica. Ah! che ne dite? Non è una bella cosa sedere su questi seggioloni?
Cecco. Oggi arriverà il signor Marchese; toccherà a noi a fargli il complimento.
Nardo. Toccherà a me, che sono il più antico.
Cecco. Crediamo che il signor Marchese ci farà accoglienza?
Nardo. Sì, lo vederete. Se è buono come suo padre, ci farà delle carezze. Io ho conosciuto il Marchese vecchio. Mi voleva un gran bene; sempre4 ch’ei veniva a Montefosco, l’andava a ritrovare; gli baciava la mano; mi metteva le mani sulle spalle, e mi faceva dar da bere nel bicchiere col quale beveva egli stesso5.
Cecco. A me per altro è stato detto, che questo signor Marchesino è un capo sventato, che non ha giudizio.
Mengone. E assai giovane. Convien compatirlo.
SCENA II.
Arlecchino e detti.
Arlecchino. Sioria. (col cappello in capo)
Nardo. Cavati il cappello.
Arlecchino. A chi?
Nardo. A noi.
Arlecchino. Eh via! Son arrivadi...
Nardo. Cavati il cappello, dico.
Arlecchino. Mo per cossa m’hoi da cavar el cappello? l’incontro vinti volte al zorno, e no me lo cavo mai, e adess volì che mel cava?