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LA SERVA AMOROSA 249


poco spirito, quella donna xe un diavolo; no ghe trovo remedio.

Corallina. Eh! ve lo troverei ben io il rimedio, s’io fossi ne’ piedi del signor Pantalone.

Pantalone. Via mo, come?

Corallina. È un dar acqua al mare, voler dar consigli ad un uomo della sua qualità.

Pantalone. Parlè, che me fè servizio.

Corallina. Per obbedirla, dirò: vuol ella acquistare un titolo sopra il signor Florindo, e potere a faccia scoperta operar per lui, e far che stieno a dovere il padre, la matrigna, il fratellastro, e tutti li suoi nemici?

Pantalone. Via mo, come?

Corallina. Lo prenda in casa, gli dia per moglie la signora Rosaura...

Pantalone. Mo adasio, adasio. No la xe miga una bagattella...

Corallina. Sa ella che il signor Florindo è figlio unico?1 Che ha suo padre quattro o cinque mila scudi d’entrata? Che se non casca il mondo, hanno ad essere tutti suoi?

Pantalone. Xe vero; ma...

Corallina. Non vede che il signor Ottavio è vecchio, indisposto, imperfetto; che poco può vivere, e che presto il figlio sarà padrone?

Pantalone. Ma intanto...

Corallina. E poi quel temperamento adorabile del signor Florindo non è una gioja, non è un tesoro? non è adorabile?

Pantalone. Tutto va ben. Ma mia fia anca ela xe unica, anca ela gh’ha el so bisogno, e no voggio maridarla co sti pastizzi.

Corallina. Favorisca. Già facciamo così per discorrere, per passare il tempo. Se il signor Florindo fosse in casa, fosse erede, fosse come dovrebbe essere, avrebbe difficoltà di dargli la sua figliuola?

Pantalone. Mi no. La casa xe bona, el putto me piase.

  1. Nell’ed. Zatta qui e dopo c’è il punto fermo.