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248 ATTO SECONDO


tazione, benchè sia donna, avrei coraggio di saltargli alla vita, graffiargli il viso, strappargli la lingua, cavargli il cuore1.

Pantalone. (Aseo!2) Fia mia, per mi digo che se una donna onorarissima, e non ho mai dito gnente dei fatti vostri.

Corallina. Ma in casa sua non mi vuole.

Pantalone. No v’oggio dito el perchè?

Corallina. Mi fa questo smacco di non volermi.

Pantalone. V’avè pur persuasa anca vu.

Corallina. Giuoco io, che questo non volermi in casa, deriva dal credermi una donna cattiva. Signor Pantalone... (irata)

Pantalone. Mo se ve digo de no. Mo se v’ho dito el perchè. (Custia xe una bestia, la fa la gatta morta, e po’ tutto in t’una volta la dà fogo al3 pezzo). (da sè)

Corallina. Come c’entro io, come ce’entra il signor Florindo, se dal signor Ottavio e dalla signora Beatrice ha ricevuti degli sgarbi e dei dispiaceri?

Pantalone. No vôi dar motivo a siora Beatrice de perderme un’altra volta el respetto, e obbligarme a far de quelle ressoluzion, che son capace de far.

Corallina. Anzi, mi perdoni, signor Pantalone, ella è un uomo di virtù, di prudenza; ma questa volta s’inganna. Una vendetta onesta è lodabile qualche volta. Per rifarsi delle impertinenze della signora Beatrice, dovrebbe anzi assistere e favorire il povero signor Florindo. In questa maniera farebbe un’opera di pietà; e quest’opera di pietà tornerebbe in profitto dell’innocente, in danno della matrigna, e in gloria del signor Pantalone, il quale sendo uomo di mente e di cuore, avrebbe ritrovata la maniera di vendicarsi da uomo grande, da uomo celebre, da par suo.

Pantalone. Vu disè ben, e me piase la massima, e gh’aveva pensà anca mi. Ma cossa possio far per sto putto? Mi no son so parente, mi no gh’ho titolo de agir per elo. Lu el gh’ha

  1. Pap. aggiunge: tagliarlo in pezzi, calpestarlo co’ piedi.
  2. Aseo vuol dire aceto. Qui è lo stesso, che capperi! [nota originale]
  3. Pap.: la sfoga el ecc.