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LA SERVA AMOROSA | 245 |
Corallina. Sì, vostro padre! Le mie povere mani. Le mie calze vendute.
Florindo. Ah Corallina mia, il cielo vi benedica.
Corallina. Con questo zecchino a conto, può essere che facciamo qualche cosa di buono.
Florindo. E non vi comprerete un pane?
Corallina. Presto, in virtù della mia polvere... (mette la mano in tasca)
Florindo. Un altro zecchino?
Corallina. No, quattro paoli. Con questi oggi si mangerà.
Florindo. Ma che provvidenza è mai questa?
Corallina. Andate subito a ritrovar ser Agapito. Procurate condurlo a casa nostra, senza ch’egli sappia il perchè; indi lasciate operare a me.
Florindo. Vado subito... Ma qual felice nuova dovevate voi darmi?
Corallina. Ne parleremo. Or non c’è tempo.
Florindo. Datemene un picciol cenno.
Corallina. Vi voglio ammogliare.
Florindo. Oh Dio? Con chi?
Corallina. Con una che vi piacerà.
Florindo. Così miserabile?
Corallina. Non importa: lasciate fare a me.
Florindo. Corallina...
Corallina. Andate, prima che il notaio si porti da vostro padre.
Florindo. Ah, se avessi da maritarmi... Se fossi in istato...
Corallina. Chi prendereste?
Florindo. Non voglio dirvelo.
Corallina. Via, non perdiamo tempo.
Florindo. (Se non fossi sì misero, vorrei sposar Corallina). (da sè)
Corallina. Presto, camminate.
Florindo. (La sua bontà lo merita: la mia gratitudine lo vorrebbe). (da sè, parte)