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240 ATTO PRIMO

Corallina. Non ci erano queste premure; li prendo per obbedirla.

Rosaura. A rivederci. Oggi discorreremo. (Florindo mi è sempre piaciuto; e costei ha finito d’innamorarmi). (da sè, parte)

SCENA XIII.

Brighella e Corallina.

Brighella. Cara siora Corallina, mi parlo per ben, e vu andè in collera.

Corallina. Avete un gran cattivo concetto di me e del mio padrone; e vi assicuro che c’è per voi da parte una borsetta, con sei zecchini ruspi di padella.

Brighella. Per che rason?

Corallina. Se nasce un certo non so che.

Brighella. Cossa, cara vu?

Corallina. Avete da sapere che il mio padrone...

Brighella. Son qua. I me chiama. Se parleremo.

Corallina. Venite da me, che vi dirò tutto.

Brighella. Non occorr’altro. A revéderse. (Vardè quando i dis: i denari i è dove no se crede). (da sè, parte)

SCENA XIV.

Corallina sola.

Così, a caso, mi è riuscito piantare una bella macchina. Se la cosa va bene, spero far la fortuna del mio padrone. Egli è di buona nascita, è figlio di padre ricco, è di buoni costumi, onde non può essere che un buon partito per la signora Rosaura. Resta a superare la disgrazia che egli ha con suo padre, per causa della matrigna. E questo è quello che mi fa lavorar col cervello. S’io potessi arrivare a parlare col signor Ottavio, forse forse mi comprometterei assaissimo. Egli mi voleva gran bene e mi ascoltava, prima che si pigliasse codesto diavolo in casa. Basta, chi sa? Intanto vo tenendo il signor Florindo in riputa-