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234 | ATTO PRIMO |
Brighella. Subito; la vado a avvisar. No ve n’abbiè per mal, siora Corallina; parlo perchè ve voggio ben.
Corallina. Portate rispetto al mio padrone.
Brighella. Non occorr’altro, no parlo più. (Ghe scommetteria l’osso del collo, che se no i l’ha fatta, i la vorrà far). (da sè, parte)
SCENA X.
Corallina, poi Rosaura.
Corallina. Questo sarebbe un buon negozio per il mio padrone; ma come posso mai figurarmelo? Nello stato in cui si trova, chi può fidarsi di prenderlo? Procuro di tenerlo in riputazione; ma il mondo parla, e le cose si sanno.
Rosaura. Chi mi vuole?
Corallina. Serva umilissima.
Rosaura. Riverisco quella giovane.
Corallina. Sono venuta a vedere, se a caso le piacesse un paio di calze fine di filo.
Rosaura. Non mi abbisognano, ma tuttavia, se saranno di mio genio, le comprerò.
Corallina. In verità sono buone; e se tali non fossero, non gliele offrirei. (le dà ad osservare le calze)
Rosaura. Quanto ne volete?
Corallina. Il filo costa dieci paoli. Veda quel che può meritar la fattura: mi rimetto in lei.
Rosaura. Io non me ne intendo molto. Vi contentate che le faccia vedere?
Corallina. Anzi mi fa piacere.
Rosaura. Brighella. (chiama)
SCENA XI.
Brighella e dette.
Brighella. Signora.
Rosaura. Andate qui dalla sposa. Ditele che mi faccia il piacere di osservar bene questo paio di calze, e dica ella che cosa possono valere.