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LA SERVA AMOROSA 233

Corallina. Veramente anch’io ci sto mal volentieri. Ma il signor Ottavio me lo ha raccomandato, e per contentare il vecchio, mi sagrifico ancora per qualche tempo.

Brighella. Come per contentar el vecchio, s’el l’ha cazzà fora de casa colle brutte?

Corallina. Eh giusto! Siete male informato. Sono d’accordo. È una finzione per mortificar la matrigna. Anzi adesso vorrebbero che il signor Florindo tornasse in casa, ma egli per puntiglio non ci vuol tornare.

Brighella. El mondo no la discorre cussì; ma in ogni maniera, Corallina cara, vu fe una cattiva figura a star con quel zovene in casa, sola.

Corallina. Chi conosce quel giovine, non può pensar male. È innocente come una colomba. Le donne non le può vedere.

Brighella. Brava! Nol pol veder le donne! E tutto el zorno el sta alla finestra a occhiar la mia padrona.

Corallina. Dite davvero?

Brighella. Me l’ha confidà la serva.

Corallina. Io credo ch’egli stia alla finestra per tutt’altro; ma pure, che cosa ne dice la vostra padrona?

Brighella. Anca ela par che la gh’abbia gusto. Nol ghe despiase.

Corallina. Sa il cielo quanti ne avrà la signora Rosaura degl’innamorati.

Brighella. Oh, no la xe de quelle che fazza l’amor. Anzi me son maraveià, co ho sentido che la parla de sior Florindo con qualche passion.

Corallina. Il signor Pantalone la vorrà maritar bene.

Brighella. Certo che a quel spiantà nol ghe la daria.

Corallina. Perchè spiantato? Il mio padrone è di una casa ricca e civile; e non gli manca niente, e mi maraviglio di voi.

Brighella. Via, via, patrona, no la vaga in collera. Sempre più se cognosse, che gh’è un pochettin de attacco.

Corallina. Sono una donna onorata.

Brighella. Così credo.

Corallina. Via, o avvisate la signora Rosaura, o me ne vado.