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questa mia Serva in cose superiori al femminile talento: ella è una femmina più accorta di molte altre, siccome lo è effettivamente l’Attrice medesima, che ha tal carattere rappresentato1. È osservabile in questa Commedia il carattere della Matrigna, che per far la fortuna di un suo Figliuolo cerca rovinare il Figliastro, ed è non meno esenziale il personaggio di Ottavio, acciecato dalle lusinghe della seconda Moglie a segno di abbandonare il proprio Figlio, sagrificandolo alla tirannide di una Donna mal conosciuta. Corallina ha il merito di disingannare il buon Vecchio, di svelare le mali arti della Matrigna, e di restituire allo stato suo il povero sventurato Florindo, onde le se adatta mirabilmente il titolo di amorosa.

Nell’atto di pubblicare questo secondo Tomo2, mi giugne una lettera dell’ornatissimo Signor Anton-Maria Borga, Bergamasco, Prevosto di Leprenno, noto alla Repubblica litteraria pe ’l suo sapere, e per la dotta non meno che leggiadrissima Poesia, della quale ha dato saggi mirabili in purgatissimo stile3.

In questa lettera cosa ei mi richiede, alla quale può rispondere questa Commedia medesima, ed io credo mi sia lecito di qui pubblicarla, per onor mio, consolandomi di aver preveduto ciò ch’era passato per mente ad un Uomo sì illuminato. Segnerò con carattere diverso quelle cose che in questa lettera toccano i punti principali da lui proposti, e che s’incontrano per avventura con quel ch’io aveva in questa Commedia eseguito. Eranvi nella lettera stessa alcuni versi inclusi bizzarramente, che io dovrei nascondere per modestia, ma che stimo meglio di pubblicare per darne lode all’Autore.

SIG. GOLDONI CARISSIMO.


D

UNQUE ella va a Parigi? N’ho rammarico, poichè forse non avrò il piacere di vederla una volta costì: ne ho gusto, perchè io penso che quella gita debba riescire di suo vantaggio. In somma

  1. A questo punto cessa la prefazione nel t. I (1753) dell’ed. di Firenze. Ciò che segue, leggesi nel t. III (1762) dell’ed. Pasquali di Venezia.
  2. L’autore sbaglia; doveva dir terzo.
  3. Dell’ab. Borga (di Locarno, 1722-68), in giovanissima età pastore arcade e accademico ricovrato, ricorre spesso il nome nei giornali e libri del tempo. Conobbe il Parini e i due Gozzi, assalì il Chiari (1761), fu malconcio dal Baretti. V. cenni bibliografici in Piccioni, Studi ecc. intorno a G. Barelli, Livorno, 1899, p. 284, n. 2; e in G. B. Marchesi, Romanzieri e romanzi ecc., Bergamo, 1903, p. 107, n. 3.