di sudori si acquista, nè passò giorno di mia dimora costì, in cui la società di cotesti grand’Uomini non mi arricchisse di nuovi lumi, e non isgombrasse dal mio intelletto qualche ombra di pregiudizio. Il maggior profitto però, che io abbia fatto costì, lo riconosco dall’amabilissima compagnia di V. E., poichè degnandosi Ella di seco volermi frequentemente, e in Città, e in Villa, e a tavola seco, e seco nelle conversazioni, dal modo suo di pensare, e dai ragionamenti suoi, ho concepita l’idea del vero Cavaliere, dotto, prudente, affabile e generoso, nemico della vanità e dell’ alterigia. Sembra quasi impossibile, che nell’età di cinque lustri appena vaglia un Uomo solo ad unire dentro di sè medesimo tanta erudizione, tanta dottrina; eppure l’E. V. in una sì verde etade, in mezzo a tanti Uomini illustri prodigiosamente risplende. Ella agli studi più serj, sotto l’infallibile scorta del celeberrimo Francesco Zanotti, unì felicemente gli studj più dilettevoli. Possedendo, oltre alla Latina e alla più perfetta Toscana la favella Tedesca, l’Inglese, la Francese e la Spagnuola, scrivendole e traducendole egregiamente, conosce di tutte il buono, e può agevolmente condursi all’ottimo. Con quanti ho io ragionato delle materie Teatrali, niuno ritrovai più esattamente informato di V. E. delle regole, de’ costumi, della cognizion degli Autori, e sulle Opere di loro Giudice più veridico non ho di Lei conosciuto. Aggiungesi in Lei alle cognizioni collo studio acquistate, un genio Teatrale comune alla maggior parte de’ valorosissimi Bolognesi, ma in Lei più vivace, più sorprendente; genio veramente maestro, a cui se accoppiata si fosse quella necessità che muove agli Autori la mano, tutti cederebbono a Lei la palma. Ma a cose molto maggiori è destinato da Dio un Cavaliere sì grande, d’una delle più antiche, delle più illustri Famiglie d’Italia, a cui le Sacre Romane Porpore, le Parentele e gli Onori hanno in ogni secolo i fregi moltiplicati; un Cavaliere, che dal materno lato non meno che dal paterno, una lunga serie d’Eroi conta gloriosamente per Avi; e siami qui permesso riflettere e ragionare, che se dal sangue e dalla educazione formasi il temperamento ed i costumi dell’Uomo, non potea l’E. V. meno perfettamente riuscire dal sangue nutrito di