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A SUA ECCELLENZA

IL SIGNOR MARCHESE SENATORE

FRANCESCO ALBERGATI

CAPACELLI.


Q

UESTA mia Commedia, che ha per titolo La Serva Amorosa, ricorre alla Protezione benignissima di V. E., perchè nulla le manchi per essere fortunata. Ella fu da me concepita l’anno scorso1 in Bologna; costì la scrissi, costì comparve per la prima volta alla luce, e in Paese sì colto, in un Teatro ripieno d’Uomini dotti, di Dame perspicacissime e di Cavalieri eruditi, fu acclamata, la poverella, con estremo giubbilo del proprio Autore, e fu con istrano modo, per le pubbliche acclamazioni, da’ Comici ripetuta. Comecchè conosco me stesso, e della insufficienza mia sono a ragion persuaso, parmi, rileggendo tale Commedia, aver fatto qualche cosa di più di quello può promettermi ordinariamente il mio scarso talento. Pensai talora fra me medesimo che il clima felicissimo di Bologna, atto a rischiarare le menti degli Uomini più che ogni altro, in me medesimo fatto avesse un prodigio, fondando io la ragione sulla copia maravigliosa de’ talenti felici che costì regnano, li quali fanno risplendere cotesto illustre Città sopra tutte le altre, e giustamente le serbano lo specioso titolo di Madre delle Scienze.

Senza però ricorrere alle costellazioni, delle quali non abbiamo niente di certo, trovo più da vicino la causa di qualche miglior lume acquistato. La conversazione degli Uomini dotti val più d’ogni studio; da essi apprendesi con facilità, ciò che dai libri a forza

  1. Questa lettera di dedica uscì la prima volta nel t. I dell’ed. Paperini di Firenze, a metà dell’anno 1753.