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che quegli Attori che li rappresentano, osservino un certo modo di dire un poco più sostenuto. Nei versi comici meno gravità si richiede, ma non sì poca onde si deturpino affatto; poichè se questi non accrescono pregio all’opera, non si hanno a usar dagli Autori, e se per essi vien migliorata, non hanno a vergognarsene i Recitanti.

Un’altra cosa dirò agli Editori, se per avventura ristampar volessero le mie Commedie. Si vagliano essi di questo mio esemplare, stampato come le Commedie in versi stampar si devono, non già di quello della edizion di Venezia1, in cui, oltre gli sensi rotti ed i versi confusi, stampato egli è in guisa tale, come se fosse in prosa.

Poveri Autori, a che son eglino mai sottoposti!

  1. Alludesi all’ed. Bettinelli.