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IL MOLIERE 75
Leandro. Via, via, siam vostri amici, e siamo qui per voi,

E chi vorrà dir male, avrà da far con noi.
Conte. La gloria di Moliere io sostener m’impegno.
Leandro. Che uomo singolare!
Conte.   Che peregrino ingegno!
Moliere. (Eppur fia necessario aver tal gente amica).
Volete cenar meco? Uopo non è ch’io il dica.
Poco, ma di buon cuore, avrete da Moliere,
Che solo per dar molto, molto vorrebbe avere.
Leandro. Conte, a bere vi sfido.
Conte.   Io la disfida accetto.
Leandro. Voi non andate a casa.
Conte.   Molier ci darà un letto (partono)
Valerio. Signor, codesta gente come soffrir potete?
Moliere. Giovine siete ancora; udite ed apprendete.
I tristi più che i buoni noi secondar1 conviene,
Acciò non dican male, se dir non sanno bene.
Il finger per inganno è vergognosa frode.
Ma il simular onesto è pregio, e merta lode. (parte)
Valerio. Moliere è un uomo saggio, Moliere è un uomo tale.
Di cui la Francia nostra non ha, non ebbe eguale,
Ed esser non potrebbe in scena autor valente,
S'egli non fosse in casa filosofo eccellente.

Fine dell’Atto Quarto.

  1. Bett.: blandire a noi.