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IL MOLIERE | 53 |
Come vi lusingate, ch’ei lasci il suo cappello?
Moliere. Un’invenzion bizzarra or mi è venuta in testa,
E basta mi secondi con arte la Foresta.
Vedrò di lusingarla, le darò l’istruzione,
E in questa casa io stesso tornar farò Pirlone.
Indegno! Ecco svelato per opra sua l’affetto,
Che per la mia Isabella tenea celato in petto;
E senza il vostro aiuto, saggio Valerio amato,
L’onor mio, l’util nostro saria precipitato.
Di risa e di fischiate Pirlon sarà la meta,
Io voglio vendicarmi da comico poeta.
SCENA II.
Valerio, poi Lesbino.
E fra sceniche donne coltiva il suo genietto?
Filosofia non vale contro il poter d’amore;
E gli uomini più dotti non han di selce il core.
Tale attrice è Isabella, che merta esser amata
Da lui, che del teatro la gloria ha riparata.
Lesbino.1
Signore, il conte Lasca domanda il padron mio.
Valerio. Molier verrà fra poco; frattanto ci son io.
A lui verrò se il chiede, l’attenderò s’ei vuole.
(Lesbino parte)
SCENA III.
Valerio, poi il Conte Lasca2.
Non sa, non ha studiato, non gusta e non intende;
E criticar presume, e giudicar pretende.