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LA MOGLIE SAGGIA | 489 |
Corallina. Sì, o no?
Ottavio. (Ma con qual cuore potrei soffrir di vederla?) (come sopra)
Corallina. (Oh, io le dirò di sì: buona notte), (da sè, e parte)
Ottavio. Fuggasi un tale incontro. Corallina.... è andata senza dirmi nulla? Presto, presto; me n’andrò fuori di casa. Dov’è la spada? Dov’è il cappello? Brighella. Non v’è nessuno? (agitato)
SCENA VII.
La Contessa Rosaura e detto, poi Corallina1.
Rosaura. Se avete bisogno di chi vi serva, son qua io, e niuno vi servirà con tanto amore, quanto la vostra sposa.
Ottavio. (Oh incontro fatale!) (da se)
Rosaura. Marito mio, non temete ch’io voglia distrarvi da’ vostri affari. Due parole vi dico, se mi ascoltate. Caro Conte, non mi dite di no.
Ottavio. (È molto ilare. Tal non sarebbe, se avesse bevuto il veleno). (da sè)
Rosaura. Voglio esservi odiosa, voglio che le parole mie vi dispiacciano
- finalmente si può fare un piccolo sagrifizio per acquistar la sua2 pace.
Ottavio. Per acquistar la mia pace?
Rosaura. Sì: per questo solo motivo vengo io a ragionarvi. Ho pensato con serietà alle vostre risoluzioni, e son pronta a rendervi soddisfatto.
Ottavio. Volete partire con vostro padre?
Rosaura. Voglio lasciarvi in libertà. Permettemi ch’io sieda per un momento. (siede)
Ottavio. Avete voi qualche male?
Rosaura. No, per grazia del cielo.
Ottavio. Dacchè bevete le limonate, parmi che stiate meglio della salute.