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LA MOGLIE SAGGIA 471

Pantalone. Vorla che femo do righe de scritturetta?

Ottavio. A che motivo?

Pantalone. Per l’obbligo dei dusento zecchini,

Ottavio. Volentieri, subito. Chi è di là?

Brighella.1 Signor.

Ottavio. Porta da scrivere.

Brighella. Subito. (parte)

Ottavio. Avvertite: quando siete a Roma, scrivetemi. Voglio aver nuova di mia moglie.

Pantalone. No vorla? Ghe scriveremo. (Eh, te cognosso!) (da sè) (Brighella porta il tavolino da scrivere, e parte.)

Ottavio. Sedete ancora voi.

Pantalone. Quel che la comanda. (siedono)

Ottavio. Come volete ch’io dica?

Pantalone. La saverà far meggio de mi.

Ottavio. Diremo così. (scrive) Desiderando il signor Pantalone de’ Bisognosi avere in sua compagnia la signora Rosaura sua figlia, moglie di me Conte Ottavio di Montopoli, ho io condesceso alle di lui premure, accordando che la Contessa mia moglie stia con esso lui sino ch’ei viverà; e per non aggravare il detto signor Pantalone di tutto il suo mantenimento, m’obbligo io sottoscritto pagarle ogni anno zecchini dugento, e ciò sotto obbligazione de’ miei beni presenti e futuri. Vi par che così vada bene?

Pantalone. Va benissimo. Ma chi ne darà sti dusento zecchini, se son a Roma?

Ottavio. Aspettate. Cedendole perciò tanti luoghi di Monte, che tengo in Roma di mia ragione. E per la riscossione vi darò la cartella.

Pantalone. Benissimo.

Ottavio. Siete contento?

  1. Comincia la sc. IX nell’ed. Bett.