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LA MOGLIE SAGGIA 447

SCENA XVII.

Brighella e detti.

Brighella. Signor.

Ottavio. Da scrivere.

Brighella. La servo. (E a letto mai!) (da sè, parte)

Rosaura. Caro signor Conte, è tardi; scriverete domani.

Ottavio. Non mi rompete la testa.

Pantalone. (Oh che bestia!) (Brighella ritorna con tavolino da scrivere)

Rosaura. Dunque anderò a letto. Marito, v’aspetto. Non dormo, se non venite. (vezzosa)

Ottavio. Brighella.

Brighella. Signor.

Ottavio. Preparami il letto nella stanza terrena1. (Brighella parte)

Rosaura. Volete che vada nell’appartamento terreno? Anderò.

Ottavio. Voi andate nella vostra camera. Voglio dormir solo.

Pantalone. (Oh siestu maledetto!) (da se)

Rosaura. Solo!

Ottavio. Signora sì. (scrivendo)

Pantalone. (Povera creatura! Tolè, anca dormir sola). (da sè)

Rosaura. Ma perchè questa novità?

Ottavio. Andate. (come sopra)

Rosaura. Avete male?

Ottavio. Ho il diavolo che vi porti. Andate via.

Pantalone. Ma questa, sior Conte, non xe la maniera... (alteralo)

Ottavio. Come c’entrate voi?

Pantalone. La xe mia fia.

Rosaura. Zitto. Vado a letto. (a Pantalone)

Ottavio. In casa mia comando io.

Pantalone. E mi no posso veder a strapazzar el mio sangue.

Ottavio. Oh! un gran sangue!

Pantalone. Onorato, civil e senza macchie.

Rosaura. Zitto, per amor del cielo. Marito, vado nella mia camera. Signor padre, andate a casa.

  1. Bett., qui e sotto: nell’arcova.