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370 | ATTO SECONDO |
Beatrice. Presto, non li lasciar soli.
Corallina. (Non ci abbada la madre, figurarsi se ci voglio abbadar io). (da sè, parte)
Beatrice.1 Veramente non è mal fatto ch’ella stia un poco lontana, sin tanto ch’abbia fatta scoperta l’inclinazione di Florindo. Oggi lo farò parlare, sentirò il suo sentimento. Se ha dell’inclinazione per me, come spero, non voglio che Rosaura mi sturbi; se poi avrà premura di lei... Non so... penserò quello che dovrò fare.
SCENA VI.
Brighella e detta.
Brighella. Con permission de vussustrissima.
Beatrice. Che cosa vuoi. Brighella?
Brighella. Son sta dal padron...
Beatrice. Dimmi: è partita Rosaura con Corallina?
Brighella. Sì signora. Le ho viste montar in barca col sior Lelio. Anzi, per dirghela, me son un poco maravegià, che la lassa andar do putte con quel zovenotto.
Beatrice. È figlio del signor Pantalone; è figlio del tutore.
Brighella. Ma el gh’ha poco bon nome per la città.
Beatrice. L’ha mandato suo padre.
Brighella. Lo sala de seguro, che l’abbia manda so padre? Mi so che tra padre e fiol ghe passa poco bona corrispondenza.
Beatrice. Tu mi metti in confusione. Sono partiti?
Brighella. Oh, a st’ora i sarà fora del rio2.
Beatrice. Ho mandato a chiedere a mio fratello il di lui parere.
Brighella. Apponto son sta dal so sior fradello per far sti conti, e no gh’è rimedio che el li voia far. Mi son un omo onorato, ho gusto de far conosser la mia pontualità; onde, se la se contentasse, la pregheria de farmeli ela i conti.